Follelfo è orgoglioso di presentare il numero due, lento e strascicato nel suo generarsi, ma finalmente pronto all’azione. Ventiquattro pagine a colori di racconti e illustrazioni, ovviamente irresistibili e imperdibili, in esclusiva per voi fedeli lettori che in questo lungo inverno avete continuato a seguirci con trepidazione.
L’animale prescelto per questo numero è il roditore più grande del mondo, il capibara, meglio conosciuto come hydrochoeris hydrochaeris. Ama rotolarsi nel fango delle paludi dell’America latina, è di abitudini semi-acquatiche ed è, a nostro avviso, il degno successore dell’alpaca per la nuova copertina.
Le copie verranno stampate nel corso della settimana e saranno ben presto disponibili presso i nostri preziosissimi distributori di fiducia (che sono poi quelli segnalati nella barra a lato), ma se non potete resistere fino a quel momento per darci un’occhiata (e come darvi torto?) potete leggere, scaricare e commentare il numero due qui.
novantadue
luglio 16, 2010
se 92 non compare come fate a campare?
schermaschera
luglio 6, 2010
Anche al sonica di Mandello l’esborso proletario e la distribuzione del numero due di follelfo sono andate benone, 5 euro l’una e solo a gente accuratamente scelta, abbiamo ancora qualche copia che presumibilmente terremo per ricordare quella volta che spendemmo quasi 4 euro a copia in una stamperia sconosciuta. Abbiamo inoltre trovato in internet una copisteria che ci permetterà di abbassare i costi e quindi aumentare le copie. Continuano ad arrivare i vostri racconti alla mail; quando non siamo impegnati a rileggere i nostri li leggiamo non disperiate. Contemporaneamente su due fronti stiamo iniziando a sviluppare i prossimi due numeri in modo da avere più collaborazioni possibili e una maggior frequenza.
92 ancora non compare in compari. è un fatto.
generAzione rivista
giugno 4, 2010
ottimo. siamo pronti a leggervi 😉
novantadue
giugno 3, 2010
Il periodo dell’anno in cui sono più consumate le carni del capibara è la Quaresima, questo costume è da attribuire a una decisione teologica della Chiesa cattolica. Quando i missionari europei incontrarono per la prima volta i capibara in Sud America, nel XVI secolo, scrissero a Roma per chiedere istruzioni: «qui c’è un animale che è squamoso ma anche peloso, e passa il tempo in acqua ma occasionalmente viene sulla terra; possiamo classificarlo come un pesce?». La questione era rilevante perché la dottrina cattolica allora proibiva di mangiare carne, tranne quella di pesce, durante la Quaresima. Avendo una descrizione dell’animale di seconda mano e non attendendo che i missionari tornassero, la Chiesa si pronunciò dichiarando il capibara un pesce. La decisione da allora non è più stata rivista.
Matteo Scandolin
giugno 3, 2010
Fantasticoooooooooooooo
MS