Inattuale

Posted on aprile 22, 2010

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Finzioni, progetto di lettura creativa, compie un anno di attività e pubblica un imprescindibile numero speciale. Sette riviste hanno trovato spazio tra le pagine del neonato n.dodici e hanno portato in dote scritti e racconti per la somma gioia di tutti voi, grandi e piccini. Questo è il nostro contributo alla causa:

Look up! Look up! O citizen of London

“La ragione dell’irragionevolezza che si fa alla mia ragione, in tal modo debilita la mia ragione che a ragione mi lagno della vostra bellezza”; così immersa in mirabolante cantilena linguistica veniva Sofia attraversando il corridoio giallastro per giungere allo studio del padre. Il consiglio le era stato dato da un’amica, che se hai come un tozzo in gola col cuore che ti sbatte lì sotto, te dici quella frase e intanto ci pensi e vedi come ti passa tutto o almeno un po’. Si era preparata da diverso tempo attraverso studi meticolosi, sopralluoghi furtivi, mappe topografiche e concettuali, esercizi di memoria visiva e studio delle superfici; e quella sera la libreria, appoggiata alla parete frontale rispetto all’entrata dello studio nascondeva per lei ormai un unico affascinante segreto.

Un massiccio scheletro di quercia scura variamente decorata s’arrampicava al muro seguendo le ispirazioni di una razionalità sensualmente illusoria; il padre le raccontò di aver trascorso più di quarantanove tra giorni e notti nel tentativo di riordinare tutti i volumi in suo possesso secondo la più autentica delle perfezioni possibili, ragionando circa categorie generiche e stilistiche, di spazio tempo travalicando dalla sociologia alla psicologia fino alle ricerche applicate del cromatismo; ed infine dopo tali profondi sforzi immaginifici contattò un artigiano del luogo con la cui collaborazione diede forma ad una struttura talmente bizzarra ed articolata da sembrare la stessa creazione di Dedalo posta a cornice dell’immensa mole libresca.

Sofia la osservava giornalmente, ed aveva imparato dapprima nomi e titoli di molti volumi di cultura e tempi dei più disparati, affascinata dai raggi di luce che attraversando la sola ampia finestra dello studio ricadevano con lucentezza plumbea e spettrale su quell’ammasso organizzato che si ergeva immobile. Tuttavia, nel suo costante studio maniacale alla ricerca di una logica sottesa, il morbo della curiosità aveva iniziato a consumarla; in cima alla libreria era situata infatti una sezione che sembrava differire sostanzialmente dalla tramatura che caratterizzava il resto della scaffalatura, un ripiano non internamente suddiviso in cui era comunque possibile intravedere dei libri; tuttavia essi risultavano non riconoscibili, poiché una lista di legno di alcuni centimetri copriva quasi interamente lo spazio tra la mensola d’ appoggio e la parte superiore della libreria.

Come facilmente immaginabile, Sofia spostò presto la sua attenzione dalle opere facilmente osservabili, cominciando a coltivare un indiscreto interesse per quanto poteva essere posto nella parte più nascosta della libreria, e conseguentemente la ragion stessa di quella zona occulta. Fu perciò naturale cominciare a riflettere circa il modo migliore di svelarsi tale segreto, e risolto che né la piccola scaletta appoggiata nell’angolo sinistro della stanza, né l’aiuto di alcuna sedia o altro oggetto potevano sollevarla così tanto da poterla portare alla cima, non trovò altra soluzione che tentare una difficoltosa scalata tra le fratture dell’ imponente mobile a scaffali. Ecco quindi che i suoi esercizi di osservazione e memorizzazione assunsero nuovo valore, nel tentativo di svelare un tragitto percorribile tra quella marea di carta variamente inchiostrata al fine di poter raggiungere la cima senza perdersi negli affascinanti suoi meandri.

Entrando quella sera nello studio diede un ultimo sguardo d’insieme alla struttura; respirando forte si diresse verso l’angolo in basso a sinistra poiché ritenne che le opere di cultura greca e latina fossero la base migliore da cui muovere le prime manovre, e con rapidità iniziò ad aggrapparsi alle mensole, superando volumi di differenti colori e dimensioni, leggendo ammirata quanto di più splendido natura umana mai offerse. Mosse poi veloce verso destra, e mentre la polvere ombreggiava i polpastrelli e s’infiltrava sotto il candore delle unghie, sorpassò Bisanzio, poi viaggiò presso i filosofi arabi ed arrivò fino alla più remota cultura orientale; poi improvvisamente virò verso sinistra e si abbassò di qualche dozzina di centimetri per riposarsi tra le rassicuranti pagine della patristica medioevale. Di nuovo ripartì orizzontalmente e con rinnovato entusiasmo s’arrampicò tra i testi più importanti dell’Umanesimo e del rinascimento, e sfuggendo le lusinghe del Barocco si diresse con cuore maggiormente palpitante verso la cultura cavalleresca; qui sostò un poco per visualizzare il percorso che ancora le mancava e mentre sorrideva incantata, la punta di non so quale cavaliere s’accanì sull’ indice della mano sinistra tanto che per poco non la fece ricadere malamente al suolo.

Ferita e dolorante si riparò tra gli amorosi canzonieri dei poeti italiani, ma, per non lasciarsi avvincere da tanta mollezza, superò d’un baleno il neoclassicismo europeo e s’issò diagonalmente trapassando i romantici fino a giungere all’imponente raccolta enciclopedica dell’intero scibile umano. Temendo di dovervi perdere troppo tempo, alzando la testa vide che poco mancava alla vetta; ma era pur vero che la parte ad essa più prossima era quella meno conosciuta da Sofia, in quanto spesso male illuminata e difficilmente percepibile da terra. Di qua di là di giù di su si trasportava Sofia e  fu l’avanzata più faticosa, più terribile che si potesse immaginare: perdendosi per foreste illusorie, non trovò che crudeltà e freddezza cui chiedere conforto e mentre la sua fiducia veniva a mancare, le si schiudevano sentimenti di angoscia sino ad ora sconosciuti.

Così, quasi del tutto inconsapevole, Sofia giunse dopo molto vagare ad appigliare la torturata mano a quella lista scura che celava il luogo più proibito della libreria; restò incosciente ed esitante per alcuni istanti, ma facendosi forza e slanciando il piede destro riuscì ad afferrare leggermente un libro piuttosto malandato. Il momento fu terrificante; la mensola su cui faceva appoggio si sfondò velocemente, causando un incredibile crollo a catena di buona parte della struttura della libreria. Mentre fluttuava nel vuoto Sofia vedeva individui a gambe all’aria appoggiati a nubi purpuree, schiere di soldati fronteggiarsi ferocemente, poeti in circolo divinizzare dinosauri di lamiera, prostitute e fanciulle ammiccare suadenti a giovani impomatati a cavallo d’ippopotami luccicanti, paesi diroccati attraversati da mostruose creature ancora fumanti, vascelli colare a picco nelle viscere della terra, divinità invidiose schernire scheletri e marionette, ragazzini impudenti rubare grigi parrucconi a giudici malfermi; e vide amici e nemici brindare oziosi, e vecchi sofferenti puntare il dito contro vecchi scontrosi e catene d’individui andare in processione senza termine alcuno… Questo e molto altro vide Sofia finché una copertina rossa ondeggiando placidamente la raggiunse e le spense la luce degli occhi.

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